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Sabato 11 Marzo ore 21.15

Domenica 12 Marzo ore 17.30

GIOVANNA D'ARCO La Rivolta

di Carolyn Gage

traduzione Edy Quaggio

 

con Valentina Valsania

regia Luchino Giordana ed Ester Tatangelo

assistente  alla regia Giulia Cosentino

musiche Arturo Annecchino

light designer Diego Labonia

scene Francesco Ghisu

costumi Ilaria Capanna

video  post produzione Michele Bevilacqua

foto di scena Angelo Maggio

ufficio stampa Francesca Melucci

compagnia pupilunari

produzione Hermit Crab

SINOSSI
Giovanna d’Arco ha condotto alla vittoria un esercito a diciassette anni. A diciotto è stata l’artefice dell’incoronazione di un re. A diciannove si è scagliata contro la Chiesa Cattolica e ha perso.
In “Giovanna d'Arco – la rivolta” Giovanna è anoressica. Un’adolescente in fuga da un padre violento e alcolizzato, da un destino di moglie e madre. Giovanna muore per il diritto di indossare abiti maschili, è una ribelle, irriverente, più scaltra dei suoi giudici, impenitente e fedele alla propria visione.
Giovanna ritorna per condividere la sua storia con le donne contemporanee. Racconta la propria esperienza e smaschera la brutale misoginia che sta dietro le istituzioni maschili. Trasformare la vergogna in orgoglio, il dubbio su sé stessa in convinzione militante, e l’odio per sé stessa in un’esplosione di rabbia verso un sistema determinato a mettere le donne l’una contro l’altra, ma soprattutto contro sé stesse.


NOTE DI REGIA
La Giovanna di Carolyn Gage ci pone di fronte una figura di confine, irrisolta, che pur dando voce incessantemente, non aspira ad un dialogo o ad un compromesso. Una donna che parla in maniera privilegiata alle donne, che le richiama, con orgoglio, ad un identità comune da ritrovare e in parte da reinventare al di fuori del patto sociale declinato al maschile. Una militante che solo specchiandosi nella sua identità di genere trova una via all’amore. Questa bambina sacra, con la sua intransigente purezza, con la sua verginità giurata, fa timore come una santa, ma non lo é.
Giovanna suggerita dalle Voci, intrappolate dentro di lei, ha la visione di una donna nuova, di un femminino libero e potente, a cui lei, con il suo corpo magro, arrabbiato, da qualche parte tra maschio e femmina, non può forse arrivare, ma che pre-sente con forza straordinaria.
Luchino Giordana

Giovanna è e resta innanzitutto una guerriera. Ed è anche una strega. Viaggia nel tempo, dal Medioevo arriva fino a noi. Quando non c'è più spazio per un modo di essere femmina e quando la donna rivendica questa sua natura, che la società in cui vive non riesce a leggere e controllare, ecco che le donne diventano streghe. Stregoneria altro non è che un percorso di individuazione, Si tratta di una spinta opposta: la donna per sopravvivere nella sua verità deve andare contro la società che la contiene e la società che la contiene, a sua volta, per sopravvivere deve andare contro la donna. Era così nel Medioevo, è così oggi.
La rabbia esplosiva di Giovanna, innesca la consapevolezza che dietro una grande rabbia c'è una natura frammentata, a cui è stato impedito di manifestarsi in pienezza. Giovanna è un'eroina logorroica, ipercinetica, a volte saccente, e sono questi limiti a renderla clownesca. Per comprenderla siamo chiamati a sperimentarci in un profondo e totale atto di compassione, un abbraccio amorevole che includa il disagio, la solitudine di una donna a cui è stato negato di essere.
Ester Tatangelo

 

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