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Borsi Estate 2022
Festival

Ritorno alla Vita 3a Ed.

Musica e Letture in una sera d'estate

Chiesa di San Fabiano 

Concerti a cura di Tatiana Fedi
Letture a cura di Daniele Griggio

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Daniele Griggio

Il Programma

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Aperitivo

Dalle 19.30

Aperitivo compreso nel biglietto

Inizio Concerti e Letture 20.30

 

Ingresso da Via di Gherardo

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Musica

Mer 27 Luglio

AROUND THE ARP

con Eelena Gastini

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Lettura

Mer 17 Agosto

DANIELE GRIGGIO legge

Marcovaldo (Estate) di Italo Calvino

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Musica

Mer 13 Luglio

VIAGGIO NEL BAROCCO ITALIANO

con Anna Bodnar e Andrea Sernesi 

 

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Lettura

Mer 03 Agosto

CHIARA LUCCIANTI legge

brani da Malaparte

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Musica

Mer 24 Agosto

LA CHITARRA ATTRAVERSO I SECOLI

con Antonino Ielo

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Lettura

SERATA ANNULLATA

MARIO MATTIA GIORGETTI legge

Il Folle Enrico IV di Yannis Hott

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Musica

Mer 10 Agosto

IO SONO CHET Vi racconto la mia vita

Quartetto Baker

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Lettura

Mer 31 Agosto

VALENTINA BANCI legge

brani da I Racconti di A.Cechov

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La Badia di San Fabiano

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Storia

Già esistente nel 1082 come badia, apparteneva a un monastero benedettino, passato poi ai vallombrosani. Era un luogo di accoglienza di pellegrini e malati, che fu unita al Capitolo nel 1516 e venne poi concessa ai minori francescani (1726). La badia nel 1783 divenne sede del seminario per volere del vescovo Scipione de' Ricci.

Il seminario era stato fondato nel 1682 dal vescovo Gherardo Gherardi.

Il seminario

L'ex edificio conventuale conserva l'aspetto assunto intorno al 1726, forse su progetto di Pier Simone Vannetti, e si articola intorno ad un cortile (già chiostro). Vi si conservano opere del Cinque-Settecento, tra le quali una tela del Rosi e, in refettorio, un dipinto con Santi francescani, di Michele delle Colombe (1580 circa).

All'interno del seminario si trova una biblioteca, nata come supporto agli studi teologici e umanistici dei suoi studenti e arricchita nel tempo da donazioni, oggi regolarmente aperta anche all'utenza esterna.

La chiesa

L'edificio, con la bianca facciata in pietra alberese ravvivata dalla geometrica bicromia della finestra circolare e del portale, ha un'interessante torre campanaria quattrocentesca in cotto, a pianta poligonale e concluso da piramide ottagonale (1510 circa).

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All'interno, risulta in parte visibile la struttura originaria a tre navate divise da arcate su pilastri, malgrado i pesanti rifacimenti neoromanici di Adelio Colzi.

Custodisce preziosi frammenti di un mosaico pavimentale a tessere bianche e verdi, databile tra i secoli IX e XII, con eleganti motivi decorativi che richiamano quelli delle stoffe orientali, ripresi dai setaioli lucchesi: girali su fondo scuro racchiudenti animali mitologici, pantere, croci.

Davanti al coro settecentesco è un crocifisso ligneo del XVI secolo.

Wikipedia

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Dal sito Citta di Prato

Sulla Badia di San Fabiano ci sono alcuni veli di incertezza che fanno della chiesa oggetto di studio ricostruttivo. La Badia, infatti, in origine apparteneva ad un Monastero fondato probabilmente dai Benedettini e poi concesso ai Vallombrosiani. Dato attestabile è il fatto che dai documenti risulta nota sin dal 1082. Inizialmente era luogo di accoglienza di pellegrini e malati. Infatti, la primitiva chiesa di San Fabiano fu costruita lungo l'antica Via Cassia che da Fiesole, passando per Sesto, Settimello, Pizzidimonte, giungeva a Montemurlo fino a Pistoia. Dal 1783, invece divenne sede per ospitare il Seminario Vescovile fondato a Prato nel 1682.
L'ex edificio conventuale conserva l'aspetto assunto intorno al 1726 grazie all’architetto pratese Adelio Colzi, e si articola intorno ad un cortile.

All’interno si conservano opere del Cinque-Settecento, tra le quali una tela del Rosi e, in refettorio, un dipinto con Santi francescani, di Michele delle Colombe. Nel seminario si trova anche una biblioteca, nata come supporto agli studi teologici e umanistici e arricchita nel tempo da donazioni; oggi è regolarmente aperta anche all'utenza esterna. Facendo un salto nell’antichità, possiamo ricostruire l’ambiente del monastero: la struttura era fuori dell’antico cerchio murario del «castrum» di Prato e tutto intorno al monastero c’era una schiera di vigne e una gora che lambiva gli orti.

 

 

Alla Chiesa romanica di San Fabiano si accede dal cortile laterale del Seminario. 
Sguardo verso la facciata, saremmo attratti da una ripetizione di marmo bianco e serpentino. Interessante è la torre campanaria in cotto dei primi del Cinquecento, a pianta poligonale e conclusa da piramide ottagonale.
L’interno della chiesa, invece cattura lo sguardo con i resti di un pregevole mosaico pavimentale del XI-XII secolo; protagonisti sono fantasiosi motivi decorativi simili alle stoffe orientali. Croci fiorite, pantere, sirene, grifoni si disegnano con tessere bianche e scure a contrasto, in alberese, serpentino e nero di Pistoia.


In origine, la chiesa doveva essere costituita in una navata centrale, collegata a due navatelle laterali con quattro arcate per lato e conclusa da un’abside. Attualmente, invece è presente un’unica aula con volte a crociera del Trecento, conclusa con l’altare maggiore al centro del presbiterio delimitato da una recinzione. 
San Fabiano, se pur con i vari cambiamenti, rappresenta un particolare scorcio pratese che racconta molto della Prato antica.

© 2016 Città di Prato - Italia

'Baldo_Magini_with_a_model_of_the_Church_of_San_Fabiano',_painting_by_Niccolò_Soggi,_1522,
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